- Grazie al massiccio intervento statale, nel 2020 le insolvenze globali sono diminuite (-12%) e continueranno a scendere anche nel 2021 (-6%). Per il 2022 Euler Hermes prevede un aumento del +15% delle insolvenze globali, ma ancora in misura limitata (-4%) rispetto alle cifre pre-crisi.
- Gli Stati Uniti saranno un'eccezione nel panorama globale, in quanto le insolvenze si manterranno basse sia nel 2021 che nel 2022, mentre l'Europa vedrà andamenti diversi e i mercati emergenti richiederanno un attento monitoraggio.
- Svizzera: nel 2021, il numero di insolvenze dovrebbe aumentare del +4% fino a 5.100 casi. Nel 2022, un ulteriore aumento del +10% a 5.600 casi è previsto per garantire la normalizzazione. Tuttavia, il livello pre-crisi di oltre 6.000 casi non sarà ancora raggiunto.
- Cinque fattori saranno determinanti in futuro: lo slancio globale della ripresa economica, la velocità del disimpegno statale, l’estensione delle aziende "fragili", il deterioramento delle finanze aziendali e la rapidità con cui verranno create nuove imprese.
Wallisellen, 6 ottobre 2021 – A partire dal 2020, le misure di sostegno statale hanno aiutato la maggior parte delle economie ad evitare una grave ondata di insolvenze aziendali, nonostante lo shock economico epocale causato dalla crisi di Covid-19. Ma ci chiediamo: il loro graduale ritiro scatenerà una recrudescenza nei prossimi mesi? Gli economisti di Euler Hermes indagano su questi aspetti nell’ultimo rapporto.
Insolvenze globali in aumento, ma ancora a un livello inferiore rispetto al 2019
Nel 2020 le insolvenze globali sono diminuite (-12%) e continueranno a scendere nel 2021 (-6%), poiché l'estensione di molte misure di sostegno statale in un contesto di politica monetaria generalmente accomodante permette di gestire la pressione sulla liquidità e la solvibilità delle imprese.
"Per quanto riguarda i livelli di insolvenza, i governi hanno aiutato le aziende ad affrontare la crisi: il massiccio intervento statale ha evitato che si verificasse nel 2020 la metà delle insolvenze in Europa occidentale e un terzo negli Stati Uniti. La loro estensione limiterà ancora le insolvenze nel 2021, ma ciò che accadrà dopo dipende da come i governi agiranno nei prossimi mesi", ha detto Maxime Lemerle, Responsabile della Ricerca di Settore e Insolvenze di Euler Hermes.
Secondo Euler Hermes, il disimpegno nei confronti delle imprese pone le basi per una graduale normalizzazione delle insolvenze aziendali. Il leader mondiale dell'assicurazione crediti prevede per le insolvenze globali un rimbalzo del +15% annuo nel 2022, dopo due anni consecutivi di calo. Ma se il ritiro sarà calibrato e graduale, il ritorno ai livelli di insolvenza pre-crisi richiederà più tempo e nel 2022 le insolvenze globali saranno inferiori del -4% rispetto ai livelli del 2019.
La Svizzera in controtendenza: fino al 2022 attesa una maggiore normalizzazione
Da un confronto globale emerge che la Svizzera è stata uno dei pochi Paesi europei ad aver registrato nei primi mesi del 2021 un aumento delle insolvenze aziendali rispetto all’anno precedente, in direzione opposta rispetto al trend mondiale. «Finora questa tendenza, con un incremento dell’1.2%, rimane tuttavia contenuta: fino al mese di agosto (compreso) la Svizzera ha registrato in totale 3’175 insolvenze, un numero leggermente superiore ai 3’138 casi rilevati nei primi otto mesi del 2020 ma inferiore ai 3’918 dello stesso periodo del 2019», afferma Stefan Ruf, CEO di Euler Hermes Svizzera. Per l’intero 2021 Euler Hermes prevede in Svizzera un aumento moderato delle insolvenze a 5’100 casi (+4%) e per il 2022 un ulteriore incremento a 5’600 casi con una tendenza alla normalizzazione. «Nonostante questa forte crescita del 10%, nel 2022 la Svizzera non tornerà comunque ai livelli pre-crisi. Nel 2018 e 2019 le insolvenze erano state più di 6’000», dichiara Ruf.
La ripresa delle insolvenze potrebbe richiedere più tempo negli Stati Uniti e in Asia, rispetto ad alcuni Paesi europei e a diversi mercati emergenti
I mercati emergenti stanno già assistendo a una normalizzazione delle insolvenze tra le imprese, come conseguenza delle ulteriori restrizioni richieste dalle nuove ondate di infezioni e di un sostegno politico meno generoso. In Africa le insolvenze dovrebbero superare ampiamente i livelli pre-Covid-19 già nel 2021, seguite dall’Europa centrale/orientale e dall’America Latina nel 2022.
Nel 2022 le insolvenze aumenteranno nella maggior parte dei Paesi asiatici (+18% annuo nella regione), dopo il notevole calo registrato nel 2020-2021 grazie ad una più rapida uscita dalla pandemia e alla corrispondente ripresa economica. In particolare, in India si verificherà una forte impennata (+69% annuo) a causa del periodo di sospensione dell’attività dei tribunali nel 2020-2021. Tuttavia, mentre nella maggior parte dei Paesi si tornerà alla quantità e all’andamento “naturali” delle insolvenze legati alla demografia aziendale e alle prospettive economiche tipiche nazionali, nel complesso la regione asiatica riporterà meno insolvenze nel 2021 rispetto al 2019, salvo che una prolungata recrudescenza del virus non continui a sconvolgere la vita di porti, impianti e catene di approvvigionamento.
In Europa occidentale si assisterà ad andamenti diversi: Spagna e Italia vedranno probabilmente un’ampia ripresa delle insolvenze entro il 2022 (rispettivamente 5.110 e 10.500 insolvenze) a causa del numero più alto di settori sensibili alle restrizioni dovute alla pandemia di Covid-19. Al contrario, Germania (16.300), Francia (37.000), Belgio (8.150) e Paesi Bassi (2.400) impiegheranno più tempo per tornare ai livelli pre-crisi, grazie ad ampi pacchetti di sostegni e/o all'estensione delle misure protettive.
L'eccezione principale è rappresentata dagli Stati Uniti, il cui numero di probabili insolvenze è limitato sia per il 2021 che per il 2022, grazie soprattutto alla combinazione fra aiuti massicci (in particolare il programma di finanziamenti PPP (Paycheck Protection Program) nel 2020 e il recovery plan nel 2021-22) e il più rapido rimbalzo economico registrato in oltre tre decenni.
Cinque indicatori determineranno l’evoluzione delle insolvenze nei prossimi mesi
Euler Hermes ha individuato cinque fattori che determineranno il futuro andamento delle insolvenze globali:
- Lo slancio globale della ripresa economica, che sarà decisivo per determinare la velocità del disimpegno statale e influenzerà a sua volta il ritmo di normalizzazione delle insolvenze aziendali. Nella maggior parte delle economie avanzate, la crescita del PIL dovrebbe superare il +1,7% necessario per stabilizzare le insolvenze nel 2021-2022. Vale la pena ricordare che Euler Hermes prevede per il PIL globale una crescita del +5,5% nel 2021 e del +4,2% nel 2022;
- La velocità del disimpegno statale, in quanto influenzerà anche le dinamiche di erosione della liquidità delle aziende;
- Le aziende fragili, un punto ancora più importante in quanto molte di esse saranno ad alto rischio di default, in particolare le aziende "zombie" pre-Covid-19, tenute a galla da misure di emergenza e quelle indebolite dal maggiore indebitamento dovuto alla crisi;
- Il deterioramento delle finanze aziendali, che si aggiunge ai problemi di sostenibilità del debito;
- La rapida ripresa della creazione di imprese, poiché l'aumento del numero di nuove imprese farà automaticamente crescere la base di calcolo delle potenziali insolvenze, in particolare nei settori in cui la costituzione di nuove attività è fortemente legata alla soddisfazione dei nuovi bisogni post-pandemia (ad esempio, le consegne a domicilio), ma la cui redditività resta incerta.
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