Riepilogo

  • I crediti inesigibili sono importi difficilmente recuperabili a causa di insolvenza o altri ostacoli legali e finanziari.
  • La gestione efficace in bilancio richiede la creazione di un fondo di svalutazione, che deve essere regolato seguendo norme precise per le deduzioni fiscali.
  • L'assicurazione del credito offre protezione contro le perdite finanziarie e stabilizza il flusso di cassa aziendali
I crediti inesigibili rappresentano somme che, con elevata probabilità, non saranno mai riscosse a causa di insolvenza del debitore o altri ostacoli significativi, rendendo necessaria l'applicazione di un decreto ingiuntivo. La legge 134/2012 stabilisce che si può considerare automaticamente un credito inesigibile se scaduto da più di sei mesi e se rientra sotto una certa soglia di importo, fissata a 2.500 euro per le imprese con un fatturato fino a 150 milioni di euro, e 5.000 euro per quelle che superano tale cifra. Gli importi al di fuori di questi parametri richiedono una prova documentata dell'inesigibilità del credito, come tentativi falliti di recupero del debito, dichiarazioni di insolvenza, irreperibilità del debitore, o procedure concorsuali a carico del debitore.
La gestione accurata dei crediti inesigibili è vitale per preservare la salute finanziaria dell'azienda. L'articolo 2423 del Codice Civile impone che il bilancio aziendale rifletta chiaramente e veridicamente la situazione patrimoniale e finanziaria dell'ente. Per conformarsi, le imprese devono rimuovere dall'attivo di bilancio i crediti inesigibili o creare adeguati fondi di svalutazione crediti. Fiscalmente, è possibile dedurre una percentuale forfettaria dello 0,50% del valore nominale dei crediti registrati, fino a raggiungere un massimo del 5% del loro valore. Le perdite su crediti vengono allocate inizialmente al fondo di svalutazione riconosciuto fiscalmente, e successivamente dedotte come perdite effettive nei limiti di quanto non coperto dal fondo.
L'accantonamento al fondo di svalutazione crediti viene eseguito al termine di ogni esercizio finanziario seguendo una valutazione dettagliata dei crediti commerciali. Questi vengono registrati al "valore di presumibile realizzazione", come previsto dall'art. 2426, n. 8 del Codice Civile, e successivamente adeguati per riflettere eventuali perdite attese, correzioni di fatturazione, sconti, e altre variabili. Il principio Oic n. 15 assiste le imprese nel rettificare il valore nominale dei crediti, utilizzando un fondo di svalutazione per anticipare mancati adempimenti contrattuali del debitore. La deducibilità massima delle svalutazioni dei crediti è regolata dall'art. 106 Tuir e limitata allo 0,5% annuo del valore nominale, fino a un massimo complessivo del 5%.
L' assicurazione del credito si rivela uno strumento cruciale per mitigare i rischi associati ai crediti insoluti, garantendo liquidità e stabilità finanziaria. Questa copertura assicurativa non solo compensa per le perdite derivanti da fatture non incassate, ma stabilizza anche le previsioni di flusso di cassa e supporta una pianificazione finanziaria accurata, permettendo alle aziende di concentrarsi su crescita e innovazione senza il timore di perdite inaspettate. Inoltre, l'assicurazione del credito aiuta a ridurre i fondi di svalutazione necessari, liberando capitali precedentemente vincolati e migliorando le relazioni bancarie. Le aziende interessate a questo strumento possono contattare i nostri esperti per una consulenza personalizzata e scoprire come l'assicurazione del credito può trasformare la gestione del rischio e proteggere il futuro aziendale.