Nonostante il rallentamento di alcuni Paesi che rappresentano storicamente le mete privilegiate delle nostre esportazioni, le principali destinazioni dell’export italiano nei primi otto mesi del 2019 rimangono Germania, Francia e Stati Uniti.
 

Nel grafico (fonte: Istat) sono riportate le variazioni dei primi sette mercati di destinazione dell’export italiano negli otto mesi da gennaio ad agosto 2019.

Questi sette Paesi rappresentano complessivamente il 50% circa del totale export del nostro Paese, anche se oggi con velocità di crociera differenti: Germania e Polonia sono i mercati più lenti (la Polonia è addirittura in territorio negativo), la Svizzera è l’unica – dei grandi mercati italiani - che cresce a due cifre. Gli Stati Uniti mantengono il maggior equilibrio tra quota di mercato export e percentuale di incremento.

Grafico Export Italiano 2019

 

Grafico Export Italiano 2019 seconda parte

 

Vediamo il dettaglio dei 3 Paesi principali: Germania, Francia e Stati Uniti.

Italia e Germania: un rallentamento “sotto controllo”

La bilancia commerciale Italia-Germania registra un passivo a sfavore dell’Italia.

Gli scambi si concentrano infatti nei settori automotive, metallurgico (entrambi in difficoltà) e farmaceutico. L’Italia importa in particolare molte materie plastiche dal Paese teutonico.

Nel complesso i rapporti tra i due Stati risentono del fatto che l'economia tedesca si sta contraendo a causa del rallentamento delle esportazioni dovuto alla guerra commerciale in atto, trascinando il resto dell'Eurozona a livelli di stagnazione. La maggiore esposizione dell'economia tedesca alla domanda estera nei momenti di difficoltà si trasforma in una fonte di vulnerabilità, ma non bisogna dimenticare che le esportazioni tedesche sono rimaste altissime anche nel 2018, segnando un boom pauroso dall'ingresso della Germania nell'euro. È dal 2002, infatti, che la Germania produce un saldo delle partite correnti positivo (quindi esporta più di quanto importa).

L'auto tedesca occupa 850 mila persone, che raddoppiano con l'indotto, ma è in panne a causa del cambiamento tecnologico in corso che vede i motori a combustione ormai destinati ad essere sostituiti da quelli elettrici. Inoltre la Germania è il primo partner commerciale europeo della Cina, anch’essa in fase di rallentamento, con un PIL che cresce “solo” del 6.2% nel 2019 e del 6.1% nel 2020, rispetto al 6.9 del 2017.

 

Italia e Francia: aspettative ancora solide

La bilancia commerciale Italia-Francia registra invece un attivo a favore dell’Italia. Ricalca in buona parte le categorie merceologiche degli scambi con la Germania ma si caratterizza per le forti esportazioni di calzature italiane. Inoltre, mentre l'economia tedesca è in contrazione, quella francese è in espansione – il Paese crescerà del 1.2% sia nel 2019 che nel 2020 secondo le stime di Euler Hermes.

Il PMI (Purchasing Manager Index), che misura il grado di confidenza dei Direttori Acquisti e che è un’ottima cartina di tornasole delle aspettative sull’economia in genere, è salito oltre le attese grazie soprattutto ai servizi. Ed è un po’ una rivincita per Macron, in carica da più di due anni.

 

Italia e Stati Uniti: segnali contrastanti

Al terzo posto si classifica il commercio con gli Stati Uniti.

La bilancia commerciale con gli Stati Uniti è tradizionalmente da molto tempo in attivo per l’Italia. Anche qui medicinali ed autoveicoli sono oggetto di forti scambi bilaterali, sebbene i secondi siano in calo, ma l’Italia si segnala per le forti esportazioni di aeromobili e occhiali, entrambi in crescita. Sorprendono le importazioni crescenti di metalli preziosi dagli Stati Uniti. L'economia statunitense continua a lanciare come al solito segnali contrastanti sul proprio andamento anche se, in effetti, può essere danneggiata dalla crisi economica globale. I suoi squilibri persistono, in particolare per quello che riguarda la crescita del debito pubblico.

Le politiche economiche dell’amministrazione Trump nel breve periodo hanno dato buoni frutti: mai così pochi i disoccupati dopo il ciclo d'espansione economica più lungo della storia statunitense ma, al contempo, arriva una nuova conferma sul peggioramento dello stato di salute dell'economia dal Beige Book della FED, la banca centrale americana, che parla di “crescita a passo debole”. Grazie ai settori che risultano in rapida espansione, come il commercio e servizi finanziari e assicurativi, non si prevede una recessione a breve termine. Qualcuno fa riferimento alla seconda metà degli anni Venti, quando l'economia statunitense stava godendo di un momento di prosperità e all’improvviso ebbe luogo il crollo di Wall Street con l’inizio della Grande Depressione. Oggi però, a differenza di allora, tra politiche espansive e guerre commerciali il dollaro mantiene una forza relativa sull’euro, danneggiato dalla crisi tedesca, e su molte altre valute.

Per espanderti in modo sicuro nei Paesi più strategici per l’Export Italiano, è importante conoscere le procedure, i documenti e le accortezze utili per gestire al meglio i tuoi crediti in questi Paesi. 

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