2 Dicembre 2025

Sommario

Questo settore è anche uno dei più difficili da allineare agli obiettivi globali di neutralità climatica entro il 2050. Nel 2023, l'aviazione ha prodotto circa 1 gigatonnellata di CO₂ – rappresentando circa il 2,5% di tutte le emissioni di CO₂ di origine umana, compresi i cambiamenti di uso del suolo. Considerando impatti non CO₂ come scie di condensa e ossidi di azoto, la quota del settore nel riscaldamento globale sale a circa il 6%, sottolineando l'entità della sfida.

Un pilastro chiave è l'implementazione di carburanti aeronautici sostenibili (SAF), che possono ridurre le emissioni di CO₂ del 60 al 90% e sono compatibili con le flotte esistenti. Eppure l'attuale implementazione è ben al di sotto degli obiettivi climatici: i SAF hanno fornito solo lo 0,3% della domanda globale di carburante per jet nel 2024, limitati da materie prime sostenibili limitate, alti costi di produzione e lenta espansione infrastrutturale. L'espansione dei SAF richiederà investimenti importanti in elettricità rinnovabile, materie prime diversificate e impianti di produzione su larga scala, supportati da mandati politici chiari e stabili. Tuttavia, le evidenze scientifiche mostrano anche che i soli SAF non possono garantire la piena neutralità climatica, poiché effetti non legati al CO₂ – scie, NOₓ e vapore acqueo – continuano a guidare il riscaldamento. I SAF rimangono essenziali, ma devono essere integrati da misure tecnologiche, operative e regolatorie più ampie. Miglioramenti nell'efficienza, come il ritiro degli aerei più vecchi, l'adozione di modelli più aerodinamici ed efficienti nei consumi, la riduzione del peso in cabina e l'introduzione del rullaggio elettrico, riducono ulteriormente il consumo di carburante. Parallelamente, nuove tecnologie di propulsione – idrogeno, aeromobili elettrici a batteria e ibridi-elettrici – offrono un potenziale trasformativo a lungo termine, anche se richiedono importanti progressi nelle infrastrutture e nei sistemi energetici. 

Da un lato, CORSIA consente alle compagnie aeree di compensare una quota crescente delle emissioni internazionali, con costi che passano da livelli trascurabili durante la fase pilota (USD7–20/tonnellata CO₂) a potenziali USD100/tonnellata entro il 2027, rappresentando un onere finanziario fino a 9,5 miliardi di USD (26% dei profitti netti del settore) mentre la partecipazione si espande e gli obblighi si stringono. Dall'altra parte, l'ETS UE impone obblighi più severi e focalizzati sull'Europa, richiedendo alle compagnie aeree di acquistare quote di pagamento, con una domanda prevista di 70 milioni di quote entro il 2030 a 80–150 EUR/tonnellata, con costi che si traducono in 5,6–10 miliardi di euro. Sebbene i crediti di carbonio rimangano meno costosi rispetto all'adozione del SAF, si prevede che il loro costo cumulativo aumenti, influenzando i margini operativi o il prezzo dei biglietti. Nel complesso, questi meccanismi basati sul mercato agiscono come strumenti di transizione, permettendo alle compagnie aeree di compensare le emissioni inevitabili e incentivare investimenti a lungo termine in SAF e tecnologie a basse emissioni, supportando sia la conformità sia la crescita sostenibile del settore.

Due colleghi parlano di business seduti su un divano

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