Due colleghi analizzano dati del business relativi alla sostenibilità

Valorizzare il CSRD per la sostenibilità strategica: Insight dal World Impact Summit del 2025

9 maggio 2025

L’introduzione del CSRD rappresenta un momento cruciale per l’Europa, che sancisce l’impegno alla trasparenza nel processo di transizione verso l’obiettivo Net Zero. Nel gennaio 2025, 11 aziende di rilievo hanno sollecitato i policymaker europei a non smorzare le normative previste per le rendicontazioni ambientali, sociali e di governance (ESG). La loro richiesta faceva riferimento alle proposte della Commissione Europea di allentare i requisiti di rendicontazione, inclusi quelli del CSRD europeo, per alleviare la pressione sulle imprese.

Poche settimane dopo, in aprile, il Parlamento Europeo ha posticipato alcuni requisiti del CSRD al 2028; un cambiamento che si riflette nelle proposte di legge approvate da stati membri come la Francia.

Nonostante al World Impact Summit del 2025 la semplificazione derivata dal Pacchetto Omnibus sia stata riconosciuta come positiva, il tema dell’evoluzione delle normative ha dominato la discussione tra gli esperti del panel di cui ho fatto parte, dove ci siamo focalizzati su una domanda fondamentale: in che modo le normative possono portare un cambiamento positivo per le imprese?

Sommario


Sviluppo sostenibile

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L’obiettivo alla base del CSRD è massimizzare la trasparenza, richiedendo alle grandi imprese europee, che siano quotate o PMI e alle istituzioni finanziare, di condividere i rispettivi piani e impatti ESG.  Tuttavia, è possibile che questa normativa venga modificata per alleggerire il peso della rendicontazione che grava sulle imprese.

All’inizio di quest’anno la Commissione Europea aveva proposto e approvato il Pacchetto “Omnibus” Simplification, che includeva cambiamenti chiave come il rinvio dei criteri di rendicontazione, una più limitata applicazione del CSRD alle aziende più grandi che già soddisfacevano i prerequisiti specifici, e maggiore flessibilità per le attività di reporting sulla sostenibilità. Questi cambiamenti hanno generato preoccupazione rispetto al raggiungimento dei target di sostenibilità alla base della direttiva. Quando tutti gli organi di governo introducono una normativa così esauriente come il CSRD, di solito deriva da una necessità impellente, con diversi fattori che ne sostengono l’implementazione.

Il CSRD offre l’opportunità strategica per le imprese di integrare la sostenibilità all’interno delle loro strategie core di business. La richiesta di condividere report dettagliati, obbliga le imprese a quantificare l’impatto negativo del cambiamento climatico e a identificare opportunità derivanti dalla transizione a un’economia verde. Si tratta di un passo cruciale per sviluppare dei piani di transizione verso il Net-Zero che siano solidi, e che prioritizzino la sostenibilità all’interno delle agende dei direttivi.

La ricerca economica evidenzia che allineare le attività di business e gli obiettivi di sostenibilità può sbloccare nuove opportunità di crescita. L’Europa, che rispetto ad altre regioni è rimasta indietro in materia di digital transformation, può recuperare terreno abbracciando l’economia verde. Il CSRD facilita il processo, incoraggiando le imprese ad allineare le loro operazioni con le realtà ambientali.

Il cambiamento climatico rappresenta un ulteriore incentivo alla normativa. La temperatura europea aumenta due volte più rapidamente rispetto alla media globale. La causa è in parte la vicinanza all’Artide, dove l’aumento delle temperature segue un ritmo superiore alla media.

Mentre le temperature aumentano, dovremmo continuare ad attenerci agli obiettivi definiti dagli Accordi di Parigi sul clima per mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C, puntando a raggiungere 1,5°C.

Il duplice focus sulla riforma economica e ambientale può portare un cambiamento positivo. Il CSRD obbliga le imprese a considerare come le realtà ambientali impattino le loro operazioni e richiede loro di proporre piani concreti e aggiornamenti su questi temi.

Ad esempio, un’azienda manifatturiera che consuma grandi quantità di acqua potrebbe essere impattata dalle scelte del governo locale in materia di conservazione dell’acqua, derivate dal crescente rischio di siccità nella regione. Incoraggiando le imprese ad anticipare queste normative di gestione delle risorse, il CSRD aiuta a garantire la resilienza del business sul lungo termine. Attraverso la lente della direttiva, le imprese devono tenere conto degli stakeholder esterni - come catene di approvvigionamento e governi locali - e delle risorse. Questo è il vero valore della direttiva: creare un ponte tra le operazioni di business e la transizione verso l’energia pulita.

Nonostante le resistenze iniziali, le maggiori aziende hanno iniziato a vedere il CSRD sempre più come un modo per evitare il greenwashing e acquisire un vantaggio competitivo a lungo termine. A partire dai dipendenti, il desiderio degli stakeholder di visibilità e trasparenza sulle azioni dell'azienda rappresenta un'altra leva per la responsabilizzazione, in quanto il CSRD consente anche di rispondere all'interesse di un'ampia varietà di stakeholder nel seguire i progressi e i piani di transizione dell'azienda in materia di sostenibilità.

Il fatto che una porzione significativa delle catene di approvvigionamento - oltre il 60% di settori come l’Automotive - sia costituito da PMI, a cui il CSRD potrebbe non essere applicabile, rappresenta una sfida. Se queste imprese più piccole non sono tenute a rendicontare, ne consegue un punto cieco nella valutazione dell’intera catena di fornitura, lasciando delle lacune in materia di trasparenza e responsabilità. La speranza è che i software mettano le PMI in condizioni di fornire stime di dati accurate alle grandi aziende con cui collaborano, e allentare quindi la pressione dei requisiti di una reportistica dettagliata.

La preparazione è cruciale quando si conduce attività di reporting secondo gli standard minuziosi richiesti per l’aderenza al CSRD. Stabilire un’architettura di dati unificata tra tutte le funzioni aziendali può rendere il processo verso la conformità un’opportunità di valore per rafforzare la governance dei dati, migliorare l’accuratezza e massimizzare il coordinamento con la catena di approvvigionamento.  

In prospettiva, è probabile che l'UE creerà un punto di accesso futuro per valutare i progressi delle aziende concorrenti, che sarà prezioso per gli investitori, i responsabili della sostenibilità e i consumatori. Sebbene questo sistema sia ancora nelle sue fasi iniziali, questo servizio serve ad aumentare la visibilità dei modelli di comportamento in quasi tutti i settori.

I miei colleghi del panel e io abbiamo concluso il dibattito con un punto fermo: normative come il CSRD dovrebbero essere considerate come strumenti per creare standard sostenibili e livellare le condizioni competitive tra i settori. Soddisfare i requisiti del CSRD sarà sfidante, ma si tratta di uno step fondamentale, considerando il contesto ambientale più ampio. Mentre il progresso prende forma a un passo più lento del necessario, è chiaro che questa direttiva giocherà un ruolo cruciale nel guidare la transizione verso il Net Zero.

Due persone sedute su un divano parlano di business

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