Gli outlook nazionali sulla ripresa svelano qualche distinzione

L’outlook sullo status dei principali Paesi è la materia del terzo focus estratto dallo Studio “Grand Reopening”, realizzato dal team di Allianz e Euler Hermes, sullo scenario post-Covid Q1 2021. Un’analisi dettagliata e molto stimolante che va ad esplorare le più importanti aree di influenza mondiale, con dettagli sulle singole nazioni.

Il primo sguardo interessa gli USA e la duplice politica del Presidente Joe Biden. Una politica, da una parte paternalistica, caratterizzata da nuove norme protezionistiche commerciali (soprattutto verso Cina e Germania), dalla proposta di un'aliquota minima globale del 15% sulle società, ma anche da tassazioni legate alle politiche internazionali sul cambiamento climatico. Da qui nasce il secondo atteggiamento apparentemente multilaterale e di apertura, caratterizzato per esempio dall’organizzazione di summit e accordi sul clima. L’interesse concreto e più urgente per Biden e Stati Uniti sembra dunque essere quello di trovare nuove entrate per fare fronte alle politiche monetarie espansive, alle proposte di nuovi pacchetti infrastrutturali (1.700 mld $), spesa pubblica (il Families Plan l’ha portata a 5.000 mld $) e aumento del debito (34.000 mld $ nel 2021), per ripristinare la crescita e i posti di lavoro del pre- Covid.   

La Cina. Le previsioni di crescita dello Studio confermano +8,2% nel 2021 e +5,4% nel 2022. Si sottolinea che ciò sarà anche grazie a un piano di ripresa ben determinato e che prevede tre fasi: investimenti pubblici (2020); investimenti nelle imprese private - soprattutto del manifatturiero - (2021); e aumento dei consumi interni privati (2022). Attenzione a qualche attrito commerciale che si sta accrescendo con i Paesi del Gruppo QUAD (Usa, Giappone, Australia e India).

L’Europa presenta alcuni spunti comuni, e qualche differenza individuale. Pil Eurozona previsto del +4,2% sia nel 2021 che nel 2022, con l’evidenza di un rimbalzo economico senza precedenti. Il Next Generation EU e la BCE faranno comunque da boost alla ripresa, con crescita della domanda di esportazioni, grazie alla forte ripresa già in corso di Cina e USA; anche se il settore industriale potrà soffrire di tempi di consegna più lunghi e carenze di materie prime.

Le elezioni politiche in Francia e Germania, pur con qualche scossone, dovrebbero garantire per entrambe la stabilità e una ripresa caratterizzata da previsione di rimbalzi consistenti: Francia +5.4 nel 2021 e +3.6 nel 2022; Germania +3.4 nel 2021 e 3,8 nel 2022.

Discorso a parte per GB: le previsioni di crescita del +6% (per 2021) sono le più alte d’Europa, ma l’orizzonte rischia di essere minato dall’aumento consistente delle tasse e dagli effetti della Brexit, con un forte calo del commercio soprattutto con la UE.

E L’Italia? Il piano di rilancio nazionale (248 mld €, di cui 192 mld € da parte di NGEU) rappresenterà il più grande incentivo tra i paesi dell'Eurozona, configurando previsioni di crescita del +4,4% (2021) e +4,6% (2022). A seguito di questo, spiccano gli investimenti, la ripresa dei consumi, il rilancio del settore turistico e non ultimo il forte stimolo fiscale (mobilitati 170 mld €, pari a 10% del Pil): “una carta che l'Italia ha giocato più di altri paesi dell'Eurozona e che rimane la forza alla base della ripresa”, sottolinea Ludovic Subran - chief economist di Allianz e Euler Hermes. Tutte queste manovre – auspica lo Studio - potrebbero rappresentare un segnale ancor più importante a livello strutturale: il passaggio da una politica dell'indebitamento verso quella degli investimenti.