EXECUTIVE SUMMARY
- Riforma delle pensioni in Cina: Dopo anni di discussioni, la Cina innalzerà l'età pensionabile per gli uomini a 63 anni e per le donne a 55/58 anni (operai/impiegati). Purtroppo, senza ulteriori aumenti, l'indice di dipendenza degli anziani sarà vicino all'80% a metà del secolo e, sebbene la riforma dovrebbe aggiungere +0,5 punti percentuali alla crescita potenziale della Cina nel periodo 2025-2040, questo non sarà sufficiente per evitare il rallentamento della crescita a lungo termine. Prevediamo una crescita potenziale del +3,9% nel periodo 2025-2040 (rispetto al +7,0% del periodo 2011-2020). In questo contesto, è essenziale innalzare ulteriormente l'età pensionabile e ridurre gli incentivi al pensionamento anticipato. Ma le aziende devono anche adattarsi alle esigenze di una forza lavoro che invecchia per trattenere i lavoratori più anziani più a lungo.
- Il costo dei nuovi controlli alle frontiere tedesche. Si prevede che la reintroduzione dei controlli alle frontiere in Germania causerà notevoli ritardi nelle spedizioni, aggiungendo circa 20 minuti ai tipici attraversamenti di Schengen. L'aumento dei costi di spedizione che ne deriverà porterà probabilmente a un calo del -9,1% delle importazioni tedesche di merci e del -7,8% dei servizi, per un totale di 1,1 miliardi di euro all'anno. Il settore dell'istruzione e del tempo libero sarebbe il più colpito (+3,5%), seguito dai prodotti alimentari (+2,6%) e dai servizi commerciali (+2,4%). Si prevede che anche i macchinari e le apparecchiature elettriche, insieme ai prodotti chimici e farmaceutici, subiranno una significativa riduzione delle importazioni, rispettivamente di 147 milioni di euro e 142,1 milioni di euro. Nel complesso, ciò potrebbe aggravare i rischi di recessione in un contesto già fragile. I paesi vicini non saranno risparmiati a causa dei forti legami della catena di approvvigionamento: le importazioni dai Paesi Bassi dovrebbero diminuire di -0,2 miliardi di euro, mentre quelle dalla Polonia diminuirebbero di -0,1 miliardi di euro e quelle dalla Francia di -92,4 milioni di euro.
- Harris v. Trump: la storia del clima. Le emissioni di CO2 negli Stati Uniti sono in costante calo grazie all'accessibilità del gas naturale, all'aumento delle energie rinnovabili e alla maggiore efficienza energetica. Mentre si prevede che questa tendenza continuerà indipendentemente da chi vincerà le prossime elezioni, le agende contrastanti sul clima e sull'energia dei candidati Kamala Harris e Donald Trump potrebbero avere impatti molto diversi sull'economia e sulla transizione verde. Harris sostiene gli investimenti nell'energia pulita attraverso l'Inflation Reduction Act dell'amministrazione Biden, mentre Trump favorisce i combustibili fossili e la riduzione del sostegno alle energie rinnovabili. Se Trump vincesse, i tagli ai finanziamenti per la ricerca sul clima e ai contributi ambientali globali, così come l'aumento delle barriere al commercio verde, potrebbero rallentare i progressi e indebolire la cooperazione internazionale, portando a una transizione verso un "mondo frammentato". Ciò potrebbe costare all'economia globale 76,7 trilioni di dollari entro il 2050 rispetto a una transizione allineata all'accordo di Parigi che mantiene il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C.