Una serie di sfide economiche e geopolitiche – sia locali che globali – potrebbe aver rallentato il commercio internazionale negli ultimi anni, ma non ha attenuato le ambizioni di esportazione delle aziende in molte delle più grandi economie del mondo.

L'ultima Allianz Trade Global Trade Survey, condotta su oltre 3.000 aziende in Cina, Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti, mostra un ottimismo elevato, con circa l'80% dei dirigenti che prevedono un aumento dei ricavi aziendali derivanti dalle esportazioni nel corso del 2024. Inoltre, quasi il 40% si aspetta un aumento superiore al 5%, con un quadro più roseo condiviso dal 38% in Italia.

È un ottimismo alimentato da molti fattori, ma tre emergono con forza dal sondaggio: 

  • un'ampia aspettativa che la domanda di mercato sosterrà l'aumento dei prezzi dei beni esportati;
  • la percezione che i rischi energetici e di trasporto siano diminuiti significativamente rispetto al 2023; 
  • la sensazione che l'IA avrà un impatto positivo sulla produttività aziendale.

Riepilogo

  • Un grande aiuto per la valutazione del rischio economico, politico, commerciale, finanziario ed imprenditoriale di un paese proviene dalle analisi sul Rischio Paese e sul Rischio Settore   
  • È possibile mitigare la volatilità e l’interruzione della catena di approvvigionamento migliorando la gestione del rischio di credito e attivando una protezione contro la minaccia dei mancati pagamenti da parte dei propri clienti
  • Un partner globale come Allianz Trade ha il vantaggio di poter contare su una solida reputazione e su un team locale di esperti del rischio che può dialogare con i referenti nella lingua locale, eliminando qualsiasi incertezza e infondendo fiducia nella strategia export

Concretizzare queste ambizioni richiederà delle decisioni oculate, come evidenziato dal sondaggio, gli esportatori sono ben consapevoli dei rischi che dovranno affrontare nel breve termine. La loro lunga lista di preoccupazioni include:

  • Rischi geopolitici
  • Restrizioni protezionistiche sul commercio internazionale
  • Aumento dei mancati pagamenti e dei rischi di finanziamento
  • Scarsità di materie prime e manodopera
  • Interruzioni nella catena di approvvigionamento/trasporto.

Ma le loro risposte suggeriscono anche preziose riflessioni su come questi rischi potrebbero essere mitigati, su questo punto emergono principalmente cinque possibili linee d'azione. 

La geopolitica ha determinato una parziale riorganizzazione dei modelli commerciali negli ultimi anni, con le aziende ora più selettive nei loro obiettivi di espansione globale. E con le elezioni in economie che rappresentano circa il 60% del PIL globale, gli esportatori sono particolarmente preoccupati per come i nuovi governi eletti potrebbero modificare il panorama del commercio internazionale.

Nel sondaggio di Allianz Trade, i rischi associati alla politica interna e internazionale, così come al protezionismo, sono stati identificati come il rischio principale che potrebbe minacciare l'attività di esportazione nel 2024 dal 73% delle aziende. Per molte, l'attenzione è principalmente sulle prossime elezioni nel proprio paese piuttosto che sulla scena politica globale. Tuttavia, con la possibilità di cambiamenti significativi nelle politiche sui dazi e sulle barriere commerciali che potrebbero derivare da un cambiamento del presidente degli Stati Uniti, una proporzione relativamente piccola (27%) indica anche le elezioni negli Stati Uniti come un rischio per le loro catene di approvvigionamento nel prossimo anno o due.

Per aiutare a mitigare questi rischi, le aziende necessitano di un profilo di rischio chiaro per ciascuno dei paesi che intendono targetizzare per le esportazioni – e devono essere pronte a rivedere tale lista man mano che le situazioni cambiano. Un aiuto decisionale inestimabile in questo processo continuo è Trade Match, il nostro strumento online che evidenzia i rischi e le opportunità di esportazione per 17 settori e in 70 mercati in tutto il mondo. Oltre a basarsi su una vasta quantità di dati storici aziendali e le nostre previsioni commerciali aggiornate, prende input dalle nostre valutazioni di rischio settoriale e dalle valutazioni di rischio paese.

Questi report sui paesi possono fornire una valutazione del rischio economico, politico, commerciale, finanziario e dell'ambiente imprenditoriale associato a un paese, le sue forze e debolezze, le prospettive economiche e la struttura commerciale per destinazione e origine. Inoltre, i nostri rapporti settoriali aiutano valutando un'industria in base al suo livello di internazionalizzazione, intensità di capitale, redditività e frammentazione, oltre a evidenziare i suoi aspetti positivi e negativi, gli ultimi sviluppi e la configurazione dei suoi sottosettori.

Per gli esportatori, il mancato pagamento è una preoccupazione sempre presente. Quasi il 55% delle aziende attende già più di 50 giorni in media per ricevere il pagamento di una fattura. Il nostro sondaggio del 2024 mostra che i rischi di mancato pagamento sono tra i primi tre fattori di rischio più grandi per le aziende, con quasi il 40% che prevede un aumento dei mancati pagamenti e il 42% che si aspetta tempi di attesa più lunghi per le fatture internazionali.

Questa percezione di diminuzione del flusso di cassa deriva dall'impatto dei tassi di crescita più lenti in molte economie, dalle interruzioni del commercio e delle catene di approvvigionamento e dalle incertezze geopolitiche generali. La loro lettura della direzione del mercato è ben fondata. Allianz Trade prevede un aumento delle insolvenze nel 2024 del 9%. Tuttavia, le prospettive internazionali non sono uniformi.

Gli esportatori in Francia, Polonia e Italia sembrano più preoccupati per l'aumento del rischio di mancato pagamento (rispettivamente 47%, 44% e 42%). Invece, solo circa il 30% dei manager intervistati in Spagna, negli Stati Uniti e nel Regno Unito prevede un aumento del rischio di mancati pagamenti, mentre in Cina e Germania il 37% anticipa un incremento.

A livello settoriale complessivo, c'è anche un quadro contrastante, con alte percentuali di esportatori preoccupati per il rischio di mancato pagamento nei settori delle costruzioni (60%), dell'elettricità (43%) e dell'industria della carta (49%).

Attivando una protezione contro la minaccia dei mancati pagamenti da parte dei propri clienti, le aziende possono commerciare a livello internazionale con un maggiore grado di fiducia. L'assicurazione del credito commerciale di Allianz Trade copre i crediti contro rischi commerciali e politici inaspettati (fallimento del cliente, modifiche alle normative di importazione ed esportazione e altro ancora), salvaguardando così il flusso di cassa e minimizzando l'impatto dei crediti inesigibili. Quando un cliente non paga, sia per insolvenza, rifiuto o incapacità di pagare secondo i termini del contratto, la nostra polizza indennizza le perdite.

L'assicurazione del credito commerciale consente di prendere decisioni informate sui rischi di credito fornendo preziose informazioni sui clienti a cui estendere il credito e sui limiti da offrire. Monitorando la solvibilità del portafoglio clienti e modificando la loro valutazione in base alla loro salute finanziaria, alle prospettive del settore e alla governance aziendale, la soluzione agisce come un sistema di allarme precoce. Questo è particolarmente importante quando si vende tramite un canale di e-commerce B2B, dove la nostra soluzione Allianz Trade pay può offrire una protezione senza pari, fornendo decisioni di "go/no-go" sull'opportunità di estendere il credito.

Dal conflitto in Medio Oriente all'inasprimento delle restrizioni commerciali e delle tariffe tra Stati Uniti e Cina, la geopolitica sta guidando una parziale riorganizzazione dei modelli commerciali globali. Molte aziende stanno ora perseguendo strategie di globalizzazione più mirate, adottando al contempo la produzione nearshore e onshore mentre riconfigurano le loro catene di approvvigionamento.

Quando viene chiesto dei tre principali rischi che rappresentano la maggiore minaccia per le loro catene di approvvigionamento e produzione offshore, le aziende scelgono più frequentemente questioni legate alla complessità, concentrazione o concorrenza nelle loro catene di approvvigionamento estese, ma anche rischi legati alla geopolitica, alla politica e al protezionismo.

Per mitigare le interruzioni della catena di approvvigionamento, le azioni preferite attualmente adottate dalle aziende sono il miglioramento della gestione del rischio della catena di approvvigionamento, un aumento della due diligence sui fornitori e l'acquisto di assicurazioni dedicate.

Migliorare la gestione del rischio della catena di approvvigionamento può assumere molte forme, ma uno su due degli intervistati al sondaggio sta considerando di rilocalizzare parti della propria catena di approvvigionamento in risposta ai crescenti rischi geopolitici, specialmente le aziende in Germania, Cina e Spagna. Questo fattore è meno prioritario per le aziende negli Stati Uniti, dove le rilocalizzazioni possono essere più legate a preoccupazioni di sovranità piuttosto che a rischi geopolitici.

In termini di settori, più aziende nei settori agroalimentare, energetico, dei metalli e tessile sembrano valutare la rilocalizzazione di parti delle loro catene di approvvigionamento, mentre le aziende nei settori dei computer e telecomunicazioni, delle attrezzature per la casa, della carta e farmaceutico sembrano meno propense all'idea. Inoltre, gli esportatori sembrano ancora preoccupati dall'ombra delle interruzioni della catena di approvvigionamento, con quasi il 50% che elenca le carenze di input e di manodopera tra i principali rischi che potrebbero influire negativamente sull'attività di esportazione nel 2024.

La volatilità delle catene di approvvigionamento è evidente anche in un'altra forma di mitigazione del rischio. Una quota maggiore di esportatori (34% rispetto al 30% del 2023) sta optando per assicurare le proprie catene di approvvigionamento contro le interruzioni, una tendenza particolarmente evidente negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Polonia. 

La quota di intervistati che acquistano assicurazioni legate alla catena di approvvigionamento per mitigare le interruzioni è stata del 28% in Italia. Infatti, l'assicurazione è considerata ora tra le prime tre azioni per mitigare le interruzioni della catena di approvvigionamento; mentre un anno fa era al settimo posto.

Per fornire una solida copertura assicurativa sulle attività commerciali, ovunque esse si trovino, Allianz Trade ha un database di informazioni commerciali di oltre 83 milioni di aziende in tutto il mondo. 

Per supportare le proprie strategie di esportazione internazionale, molte aziende – in particolare quelle in Francia e negli Stati Uniti – considerano l'investimento nello sviluppo di nuovi prodotti come un impulso. Complessivamente, nel sondaggio, l'innovazione dei prodotti è stata considerata la priorità principale (dal 19%), ma il sentimento non è affatto universale. Gli esportatori tedeschi, spagnoli e cinesi sono più inclini a concentrarsi sulla conquista di nuovi mercati, mentre gli esportatori britannici danno priorità all'investimento nel proprio mercato per il 2024, che è stata la principale priorità dell'anno scorso per supportare le strategie di esportazione.

Parte di questa attenzione all'innovazione è guidata dall'entusiasmo delle aziende per l'IA come mezzo per trasformare le loro prospettive commerciali. In Cina e Polonia, le aziende puntano maggiormente sull'IA: l'81% degli esportatori cinesi e il 79% di quelli polacchi hanno citato le applicazioni di IA come il driver digitale più impattante per la loro crescita internazionale, rispetto a circa il 60% in altri paesi. La conclusione: anche al di fuori del mondo dello sviluppo tecnologico dell'IA, la corsa ad applicare l'IA per ottenere un vantaggio competitivo è già ben avviata.

Ciò si traduce nell'uso da parte delle aziende dell'IA per creare rapidamente e a basso costo una presenza in nuovi mercati, utilizzando la tecnologia per costruire siti web, creare materiali di marketing in lingua locale e sviluppare canali di e-commerce. Stanno anche sfruttando strumenti di IA in grado di comprendere i quadri legali locali e le sfumature culturali, identificando al contempo nuove opportunità di mercato.

I governi di tutto il mondo offrono una vasta gamma di risorse e aiuti finanziari per incoraggiare le iniziative di esportazione. Oltre ai sussidi, le aziende possono solitamente accedere a guide e seminari specifici per paese sull'esportazione, accordi commerciali e restrizioni, nonché esplorare opportunità per partecipare a missioni commerciali nei paesi o settori di loro interesse.

Circa l'80% degli esportatori nel sondaggio di Allianz Trade afferma di aver visto un impatto positivo dalle misure governative negli ultimi 12 mesi, con le aziende che indicano la loro preferenza per gli aiuti sotto forma di 'misure sul lato della produzione', come sussidi specifici per settore, supporto verde e sussidi per input (come i tetti sui prezzi dell'energia).

Naturalmente, diversi governi offrono diversi livelli di aiuto. Una quota maggiore di esportatori nel Regno Unito (87%) ha sperimentato un impatto netto positivo, con quasi il 27% di questi intervistati che indica di aver sperimentato un impatto 'significativamente positivo'. Quasi altrettanto forte è stato il risultato negli Stati Uniti, con l'83% degli intervistati che ha visto un impatto positivo, e il 29% che indica un impatto significativamente positivo.

Quattro settori si distinguono per aver beneficiato maggiormente del supporto statale: farmaceutico (88%), edilizia (86%), attrezzature per la casa (84%) e automotive (83%). E quando si tratta di aiuti per ridurre la loro impronta di carbonio, le aziende hanno due possono fare due tipologie di richieste per avere un ulteriore supporto: più agevolazioni fiscali per la produzione verde e la riduzione o eliminazione dei dazi doganali sui prodotti verdi.